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Leggio vivente, Il.

(Le lutrin vivant). Poemetto scherzoso di Jean-Baptiste-Louis Gresset. L'autore scrisse questo poemetto per il gusto della satira bonaria contro parte del clero e con intenti scherzosi e grotteschi. La storia è semplice: in un povero borgo di campagna la vecchia governante del prete si accorge che uno dei cantori della chiesa ha i pantaloni scandalosamente lisi, e pensa di raggiustarli servendosi di vecchie pergamene usate solo in rare occasioni nella celebrazione della messa. Il caso vuole che quelle pergamene contengano la parte della messa celebrata nella festa più solenne, quella del santo patrono del borgo; quando il prete si accorge di ciò, nell'imminenza della celebrazione, decide di porre il giovane al posto del leggio, in modo da poter ugualmente leggere la messa. Inizialmente nessuno si accorge del trucco, finché una vespa entra nei calzoni del giovane e, con grande spavento di tutti, il "leggio" se ne scappa a gambe levate, portando con sé il testo della messa. La storiella è svolta da Gresset con spirito e brio, sorvolando con leggerezza sui particolari più scabrosi.